Danza

Artscena ha mosso i primi passi dedicandosi alla danza e al teatro gestuale.

La danza, espressione del corpo in movimento, è una disciplina vastissima.
Da sempre riconosciuta come stimolo d’aggregazione nelle feste popolari, rituali, religiose, ha costituito uno dei livelli espressivi del teatro dell’antica Grecia, per poi svilupparsi in diversi generi.

La danza classica o danza accademica, codificata in Francia a partire dal 1661 con Luigi XIV grazie all’apporto di Jean-Baptiste Lully o meglio Giovanni Battista Lulli, compositore, ballerino e strumentista fiorentino che trascorse gran parte della sua vita alla corte di Luigi XIV, ottenendo la naturalizzazione francese.
Impossibile citarli tutti, ma doveroso menzionare Rudolf Nureyev, ritenuto uno tra i più grandi danzatori del XX secolo insieme a Nižinskij e Baryšnikov.

Passiamo alla danza moderna, evoluta in Europa all’inizio del Novecento grazie alle precedenti ricerche di François Delsarte, maestro del movimento espressivo, a Rudolf Laban, inventore di un sistema di notazione del movimento tuttora in uso, al suo contemporaneo Jaques Dalcroze, fautore dell’euritmica, alla loro allieva Mary Wigman, promotrice in Germania di quella “danza libera” che ha influenzato l’espressionismo di Kurt Jooss e il teatrodanza della sua allieva più famosa, Pina Bausch. Nel frattempo negli Stati Uniti, prendevano il volo le libere espressioni di Isadora Duncan, Ruth St. Denis. e del marito Ted Shawn che tanta influenza ebbero su Martha Graham e su uno dei suoi danzatori più celebri, Merce Cunningham.

Intorno agli anni trenta negli Stati Uniti, grazie a George Balanchine. si sviluppa la danza neoclassica, che attinge al linguaggio della danza classica utilizzando però forme più vicine a quelle della danza moderna.

Sensibile all’apertura della danza moderna verso nuove forme d’espressione, in Europa e Stati Uniti, dopo la seconda guerra mondiale, emerge la danza contemporanea che porta in scena danza classica, danza urbana (hip-hop, breaking nati nel Bronx a metà degli anni ’70), teatrodanza, performing media (frutto delle culture digitali, dell’arte interattiva e della cyberperformance). Quello che cambia principalmente è il ruolo del danzatore: un danzatore più all’ascolto di sé stesso e al quale il coreografo lascia un maggior margine creativo.

In questa prospettiva, la danza sostenuta da Artscena rompe i confini con le forme artistiche convenzionali, affermandosi a piena voce fra le nuove, prolifere e sempre più ibride arti sceniche.

Lungo il suo percorso, le tipologie di danza promosse da Artscena hanno toccato: butoh, flamenco, tango, danza neoclassica, danza africana, phisical theatre.