Viaggio nel mondo degli antichi e suggestivi tamburi giapponesi taiko, sempre più apprezzati anche dall’Occidente grazie a percussionisti che, con ritmo incalzante, trasmettono forte energia in rappresentazioni di grande valenza estetica: una vera e propria scarica di adrenalina.
I tamburi taiko affondano le radici della loro origine – circa 3000 anni fa -, tra mito e realtà, quando venivano utilizzati per feste e cerimonie religiose. Quelli maggiormente impiegati nelle tradizioni giapponesi sono sostanzialmente riconducibili a due tipologie: i tamburi cilindrici e i tamburi a barile.
Per la tradizione giapponese il tamburo taiko ha un significato che va oltre le sue caratteristiche prettamente musicali: la sua voce potente come un tuono, è in grado di oltrepassare le nuvole e raggiungere le divinità. Come la maggior parte delle tradizioni relative ai tamburi di origini primitive, anche il taiko partecipa ai principali aspetti della vita, dalla nascita alla morte.
Solo negli ultimi cent’anni il taiko ha raggiunto un pubblico e una notorietà internazionale e, come nel caso del jazz e della musica classica, prosegue il proprio viaggio per affermarsi come originale e autentica forma musicale internazionale in grado di coinvolgere ed emozionare il pubblico odierno come le antiche divinità.
Oggi, infatti, i gruppi di percussionisti di nuova generazione danno nuova vita ai tamburi taiko, valorizzandoli con performance di grande impatto scenico e reinterpretando questa preziosa arte per uno spettacolo sempre più suggestivo che ci introduce alla conoscenza e all’apprezzamento del clima culturale in cui questa forma d’arte affonda le proprie radici: la relazione speciale dei giapponesi con la natura e con le sue manifestazioni più imponenti, come i grandi alberi che sono la materia prima per i tamburi; le cerimonie religiose tradizionali, in cui la voce possente del taiko funge da intermediario tra uomini e dei.
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Artscena
di Anna Antini La Valle
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